Per quasi 35 anni la Casa di Accoglienza Arco-iris di Itamaraju ha svolto gratuitamente le funzioni di accoglienza per 24 ore al giorno di bambini di strada soli o abbandonati. Lì nel 1989 è iniziato il nostro impegno a favore dei bambini e delle famiglie bisognose. E’ stato ed è ancora il progetto principale che ha dato origine ai successivi di formazione nelle scuole professionali e di accompagnamento nel mondo del lavoro.
Da febbraio 2022 ha preso il via una nuova iniziativa formativa e educativa, che vede la Casa di accoglienza Arco-iris ospitare i bambini del quartiere Corujão. Per ora un primo gruppo di 25, al quale si aggiungerà, quando possibile, un secondo gruppo. Bambini che prima passavano gran parte del tempo in strada, nonché i figli dei “catadores” (raccoglitori di plastica e di altri materiali riciclabili) che vivono ai margini della discarica in condizioni assai precarie. Questa nuova attività risulta più consona ai bisogni attuali e alle necessità dei bambini di Itamaraju durante il giorno, oltre l’orario scolastico. A tutti loro vengono assicurati il pasto principale e una merenda, il rinforzo scolastico, l’accompagnamento allo studio e allo svolgimento dei compiti, attività di gioco, ricreative e educative, allontanandoli dalla strada e da un lavoro assurdo per la loro età, oltre che insano, e aiutandoli a formarsi.
La nuova attività è molto apprezzata dal quartiere. Le famiglie partecipano con grande interesse, utilizzano gli spazi presenti – a partire dal campo sportivo – per le attività comuni. Prima ciò non era possibile vista la presenza h24 dei piccoli ospiti. I minori del quartiere e i figli dei catadores meritavano questo sostegno e aiuto. Il rapporto sviluppatosi con le famiglie è di ottima collaborazione. Sono state avviate anche altre attività, come quella degli orti comunitari al servizio del quartiere, messi a disposizione su parte del terreno del Centro Arco-iris.
Tutto avviene sotto la supervisione di frei (padre) Dilson che, oltre ad essere parroco di Monte Pascoal e degli indios Pataxò, sovraintende agli impegni della Casa di accoglienza e coordina i progetti, aiutato in questo dal personale della Casa, dalla coordinatrice Adriana e da tre ex meninos da rua, cresciuti nella Casa di accoglienza, che ora vivono lì con le loro famiglie e lavorano per Arcoiris.
Mensilmente vengono inviate dall’Italia le risorse per questo progetto e per gli altri in corso.
Durante i quasi 35 anni di accoglienza molte centinaia di bambini hanno trovato una casa, il cibo, la formazione scolastica, abbandonando così la strada e crescendo in una grande una famiglia.
Siamo ancora in contatto con molti ex “meninos da rua” che sono diventati padri e madri responsabili e brave persone.
Nel tempo però è cambiata anche la condizione dei bambini di strada e le necessità sociali, le leggi di tutela dei minori sono state applicate e, grazie al governo Lula, i bisogni della povera gente e dei bambini sono andati in parte modificandosi.
Negli ultimi anni anche i Comuni possono ricevere finanziamenti per organizzare in autonomia l’accoglienza dei bambini affidati dal Tribunale dei minori, istituendo gli “abrigo istitucional”. Quindi per noi era giunto il momento di passare le consegne al Comune di Itamaraju, affinché si prendesse carico dei propri doveri istituzionali.
Come per le scuole di Jucuruçu e di Guaratinga, le cui attività ad un certo punto sono state trasferite da Arcoiris ai Comuni, uguale cosa è avvenuta per l’Abrigo Istitutional: quando il Comune di Itamaraju è stato in grado di prendersi carico dei bambini abbandonati della città, suo dovere istituzionale, d’accordo con il Giudice dei minori, Arcoiris ha passato le consegne. Passaggio che era in programma nella primavera 2020, ma che la pandemia da coronavirus ha fatto rinviare a febbraio 2022.
La storia
La Casa di accoglienza Arco-iris di Itamaraju, a favore dei bambini abbandonati della Bahia, un progetto iniziato molti anni fa e ancora oggi attivo, è il primo e più importante di Arcoiris.
Tutto è cominciato negli anni ’80, con l’aiuto dei soci fondatori (Silvana e Italo, Gabriella e Flavio) ad una coppia generosa, Giulia e Mauro, che ospitava in una catapecchia di legno un folto gruppo di meninos da rua soli o abbandonati. Dopo qualche anno di aiuto non organizzato, nel 1989 si è costituita l’Associazione Arcoiris che in breve tempo ha realizzato in quella stessa area, con l’aiuto di un gruppo di volontari di Fornace (TN), una casa nuova, molto grande e ben attrezzata, nel mezzo di un ampio spazio verde, fornito di acqua potabile grazie ad un profondo pozzo scavato nell’area.
Da allora in quella Casa, per quasi trentacinque anni, sono stati ospitati e cresciuti centinaia e centinaia di bambini di strada. Ne erano presenti mediamente una cinquantina, di ogni età, dai pochi mesi di vita (talora appena nati) fino ai 18 anni. Tutti frequentavano l’asilo o la scuola, i più grandicelli aiutavano nei lavori di casa e nelle attività dell’orto, i più grandi abitavano in una casetta lì vicina oppure in una casa costruita nell’appezzamento Assovale, dove andavano a scuola e imparavano a lavorare la terra.
Un altro progetto venne avviato a fine anni ’90, in collaborazione con il Comune di Itamaraju e il Tribunale dei minori, per accogliere e far crescere non solo i bambini di strada soli o abbandonati, ma anche ragazzi con pendenze penali: da quel momento la Casa ha ospitato, aiutato a crescere e a diventare uomini onesti anche tanti ragazzi che avevano conosciuto il carcere.
L’impegno di Arcoiris si è sempre caratterizzato per la costante ricerca delle famiglie di origine dei bambini, alcuni dei quali erano stati abbandonati piccini alla stazione dei bus con il solo nome di battesimo scritto su un biglietto di carta attaccato al vestitino. Sono state cercate caparbiamente le famiglie, almeno qualche parente, seguendo magari gli indizi più strani, con la speranza di poter ridare ai ragazzi una famiglia che li accogliesse e li facesse crescere. Sforzo talvolta premiato anche dieci e più anni dopo che i ragazzi erano entrati nella Casa: in quel momento, alla gioia di aver ritrovato la propria famiglia si sommava in quei ragazzi il dolore di abbandonare la sola grande famiglia che conoscevano… Le lacrime di gioia si mescolavano così a quelle di tristezza.
Importante in tutti questi anni è stata la collaborazione delle famiglie della zona che, nei fine settimana e durante le vacanze scolastiche, prendevano con sé i bambini dando loro, anche se solo per pochi giorni, il calore di una famiglia.
Dagli anni ’80 ad oggi, Arcoiris ha sempre inviato regolarmente dall’Italia i sussidi mensili necessari per la gestione della Casa, per le spese di sostentamento, per dare da mangiare e dormire ai piccoli, per la loro salute, la loro istruzione, l’educazione, la formazione professionale, nonché per gli stipendi del personale, almeno di quei dipendenti che non erano a carico del Comune (per alcuni periodi tutti i dipendenti sono stati a carico di Arcoiris, in altri parte di loro è stato a carico dell’Associazione, parte del Comune). Va ricordato che questo progetto ha garantito per più di trent’anni un servizio h24, che ha richiesto la presenza di personale giorno e notte.
La terra su cui sono sorte la Casa di accoglienza e una piccola scuola interna (escolinha) lì vicina fu acquistata da due soci fondatori che negli anni ’90 la donarono al Comune di Itamaraju col vincolo che venisse proseguito il lavoro in favore dei bambini. Nel decennio successivo la proprietà fu restituita dal Comune all’Associazione Arcoiris, con lo stesso identico vincolo.
Negli quasi trenta cinque anni di attività, sono stati fatti molti lavori di ristrutturazione e di manutenzione perché le strutture, esposte a tanti piccoli e vivaci bambini, richiedevano di essere continuamente rimesse in sesto. Ciò è stato possibile grazie ai fondi raccolti da Arcoiris, in particolare ai contributi della Provincia di Trento e dei Comuni o ad altre varie iniziative.
Da febbraio 2022 l’attività della Casa di accoglienza è in parte cambiata: in stretto contatto con il Giudice dei minori, Arcoiris ha chiuso l’attività “sostitutiva” di compiti propri del Comune e ha iniziato altre attività più significative e importanti a favore dei bambini bisognosi della zona, descritte nei Progetti in corso.