– Consegnata l’ambulanza agli indios Pataxò
15 settembre 2006, Itamaraju
A 4 mesi di distanza dalla richiesta delle comunità indios Pataxò della riserva del “Monte Pascoal”, consegnata ai nostri soci Giuseppe e Italo Parolari, grazie al contributo del Comune di Trento e dei sostenitori di Arcoiris, abbiamo acquistato e consegnato un veicolo a trazione integrale (4×4), che servirà al trasporto degli ammalati e delle persone che hanno bisogno di controlli sanitari dalla riserva alle città di Itamaraju, Porto Seguro, Eunapolis…..
La consegna è avvenuta alla presenza di frei Dilson, degli indios delle comunità Pataxò, delle suore che li aiutano e del nostro “inviato per caso” Alessio Parolari, studente in scambio presso l’università G. Vargas di S. Paolo, di cui riportiamo le impressioni:
” Ho dovuto tenere gli occhiali scuri quest´oggi all´inaugurazione.
Dovevate vedere questo signorone tronfio con gli occhi lucidi che mi donava una collanona di denti di mucca…mi commuovo ancora…il tutto perché era il padre del ragazzo che ha scritto il documento dato a papá durante l´ultima visita.
Si rompesse anche domani quella macchina, gli avete regalato un giorno che difficilmente quell´omone ripeterá e si dimenticherá.
Un giorno che forse noi difficilmente vivremo.
Poi Dilson é stato bravo, ha fatto un bel discorso e mi ha fatto sentire orgoglioso.
Sentire ripetere che quell´ambulanza, e saperlo, é la vostra volontá, beh, mi fa inumidire la tastiera.
Quel centinaio e piú di persone erano cosí riconoscenti che non potete immaginarlo. Veramente.
Dovevate esserci perché dovevate gustarvelo quel momento.
E non si era li a fare la caritá. Questa é la cosa bella, la sensazione piú bella che ho avuto.
C´eravamo Dilson e io che rappresentavo gli Amici dell´Italia. Gli Amici che si adoperano “per dare una mano” su iniziativa degli indios e che “aiutano anche il Frei Dilson in quel di Itamarajú”. Aiutano.
C´era nell´aria quel senso di “fraternitá” e non di “pietá”. Non mi sono sentito per un secondo di andare lì a dare. Semmai a conoscere, capire, e consegnare qualcosa di utile….
Questo Brasile rimane sempre interessante. Qui si trova il senso della politica e dell´impegno civile senza doversi fare troppe domande. Lo si vede.
E´tutto li.
Come la forza ed il piacere della vita. E´ veramente tutto lí, basta avere un po’ d´occho per vederlo, non serve cercare, non servono domande. Non serve sofisticatezza.
E poi ci sono miliardi di cose da fare: dalla macro economia, alla politica, ai progetti locali di sviluppo…c´é di tutto.
Allo stesso tempo il paesaggio rimane straordinario… oggi siamo andati dagli indios lungo 40 km di strada sterrata immersi nel verde, nella sabbia, nell´acqua e nella “lama”….. Il tutto costellato da un cielo azzurro macchiato da buffe nuvole…
Ci siamo trovati con un albero in mezzo alla strada, bloccati, ed allora tutti all´opera: Dilson a prendere l´accetta da una casetta indios lí vicina, io, Anders e Cristiano all´opera seguendo il motto: datemi una leva (trovarla una leva) e vi solleveró il mondo… Avventura, genuina ed inaspettata.
Ma poi che dire del fiumiciattolo che costeggia la strada che da Monte Velho porta alla spiaggia, con i fenicotteri ed i ragazzini a piedi… e certi colori…
Per non parlare di quelle bimbe indios che sono amori e le trovi nel mezzo della strada, o che fanno il bagno nel fiume… e poi si mettono in posa, aspettando la foto e poi la vogliono vedere quella foto e fanno commenti, si pettinano, sorridono… te ne chiedono un´altra e ripartono.
Boh, forse ci sono posti piú belli nel mondo, ma se riesci ad entrare dentro questo ambiente provi proprio un gusto e delle emozioni che la nostra vita, quella di casa, ma anche quella di San Paolo, non riesce proprio a dare.
Mi spiace che il mio compagno di viaggio, che ha girato mezzo mondo e non é stupido, non riesca ad entrare nelle cose ma riesca a gustare solo dei paesaggi, delle novitá come se si trattasse di scoprire la cartolina piú bella o la donna piú bella.
Ma anche la donna piú bella non é quella che appena la vedi dici “wow”. La donna piú bella é quella che scopri, di cui riesci a vedere i lati piú nascosti, un po’ di cuore e spirito. A cui ti prendi il tempo di parlare e soprattutto ascoltare e conoscere. E cosí è anche per le cose che si vivono, i paesaggi che si visitano.
E´ tutta una questione di riuscire a vedere un peletto oltre.
A vedere quel senso e piacere che si trova un peletto dietro all´immagine che il nostro occhio vede.
Sapete, sono felice perché in questo periodo sono curioso. Qui sento sempre che c´è qualcosa da imparare, da conoscere. Non so nulla di questa terra: intervisto le persone, ascolto e cerco di capire, senza prendere posizioni, rimanendo obiettivo e me la godo.
Beh ora devo andare.
Ma complimenti ancora. Non sono bravo a descrivere le cose, poi ora in questo internet point é ancora piú difficile…ma vi dico solo di andare a letto felici.
Siate orgogliosi di voi stessi, della genuinitá delle cose che avete fatto e godete della gioia che siete riusciti a donare…. perché una macchina sará anche un bene materiale ma tutto il significato che ha dietro è splendido, e loro lo hanno capito.
Un abbraccio.
Il vostro “inviato” per caso –